Silvana Calcagno
Danza per la libertà a -20 gradi
In un giardino di Mosca, mentre la temperatura segnava i -20 gradi, la ballerina Aleksandra Portiannikova ha danzato sulla musica de Il lago dei cigni. La sua forma di adesione alla petizione che Amnesty International sta portando avanti per garantire il rispetto dei diritti umani in Russia.
Un tutù bianchissimo come la neve che la circonda, un cappotto grigio e degli stivaloni neri, un paio di manette ai polsi e un cartello con su scritta una frase di Putin: “Una delle priorità dello stato e della società deve essere il sostegno del movimento per la difesa dei diritti umani”. Si è presentata così la ballerina russa Aleksandra Portiannikova alle 13 di ieri, 30 gennaio, nei giardini della piazza di Porta Iauski, a Mosca.
Il gelo della capitale russa non l’ha fermata, neanche i -20 gradi di un cristallino mattino moscovita, gli stivaloni si sono trasformati in scarpette da ballerina e Aleksandra si è esibita per tre minuti sulla musica de “Il lago dei Cigni”.
Ha deciso di supportare in questo modo la campagna di Amnesty International “Russia go for gold in Human Rights”. Quasi contemporaneamente, infatti, una delegazione di nove funzionari di Amnesty International si recava in Cremlino per consegnare presso l’ufficio di Vladimir Putin la petizione per garantire il rispetto dei diritti umani in Russia. Lo stesso facevano centinaia di volontari e membri di Amnesty consegnando la stessa petizione nelle ambasciate russe dei loro Paesi.
La petizione ha raccolto più di 300.000 mila firme ed è ancora possibile parteciparvi. Secondo recenti rapporti di Amnesty International, infatti, circa 5000 persone sono state arrestate in Russia tra il 2012 e il 2013 con l’accusa di “assemblea non autorizzata”. Nel 2012, un centinaio di gay pride è stato proibito e nel giugno del 2013 una legge ha vietato esplicitamente la “propaganda delle relazioni sessuali non tradizionali”. I funzionari delle organizzazioni non governative impegnate in movimenti politici sono costretti dalla legge russa a dichiararsi come “agenti stranieri”, una definizione simile a quella di “spie”. Per questa ragione circa 1000 ONG sono state sottoposte a ispezione e quattro di loro a chiudere i battenti.
Attirare l’attenzione su queste questioni è ancora più importante in prossimità dei Giochi Invernali di Sochi che, tra investimenti sontuosi e rischio di attentati, si terranno dal 7 al 23 febbraio 2014. È proprio adesso, infatti, che gli occhi di tutti sono puntati sulla Russia. Gli occhi dell’Europa dalla quale Angela Merkel e Francois Hollande non si sposteranno per assistere alla cerimonia d’apertura delle Olimpiadi. Ma anche gli occhi dell’America per rappresentare la quale Barack Obama ha deciso di inviare l’ex campionessa di tennis Billie Jean King, icona del movimento gay. Ci sono anche gli occhi degli atleti olimpici, tra i quali 12 hanno firmato un appello per chiedere a Putin la revoca delle leggi anti gay.
La danza gelata della giovane ballerina russa si è rivelata, quindi, simbolo ed emblema di un Paese che tenta in tutti modi, su tutti i fronti, di ottenere i più elementari diritti che spettano all’uomo, quelli di libertà e di espressione. Un Paese che in questa lotta verso l’emancipazione sembra non essere solo.
Silvana Calcagno
PUBBLICATO SU TAFTER IL 31/01/2014