Silvana Calcagno






Fundraiser si diventa
Uno dei pochi settori di industria e servizi che negli ultimi anni ha registrato una crescita consistente è stato quello del non profit. Anche per questo la professione di fundraiser è sempre più richiesta e si è arricchita di nuovi strumenti e risorse. Ecco qualche consiglio per chi volesse intraprendere questo percorso o perfezionarsi.

Fundraising sta per “raccolta fondi”, una traduzione letterale che, però, non esplica a pieno tutto quello che implica questa pratica sempre più diffusa. Il fundraising è, infatti, una strategia vera e propria finalizzata al sostegno di una causa sociale e dell’organizzazione che la promuove, che necessita di pianificazione, creatività, eccellenti abilità comunicative. Il fundraiser è proprio colui che si occupa di organizzare e mettere in atto l’intera strategia di raccolta fondi, attraverso la comunicazione, il marketing, l’organizzazione di eventi e campagne sociali e, ovviamente, la gestione e il controllo del budget.
Nato circa un secolo fa nei paesi anglosassoni, il fundraising si è via via evoluto, intrecciandosi con il concetto fondamentale di responsabilità sociale, che riguarda tanto i singoli quanto le imprese. Nel mercato del fundraising oggi, sono individuabili quattro destinatari: persone, imprese, enti pubblici e fondazioni bancarie. Il web si è consolidato come piattaforma più economica e dagli alti standard di efficacia con la quale raggiungere gli obiettivi della raccolta fondi.
A livello nazionale, ad esempio, il non profit è uno dei pochi settori che ha registrato una crescita consistente. Secondo il 9° Censimento generale dell’industria e dei servizi dell’ISTAT, che ha incluso anche il Censimento delle organizzazioni non profit, in Italia, dal 2001 al 2011 il settore è cresciuto del 28% con un totale di 301.191 organizzazioni non profit in tutto il territorio italiano. Dal censimento si rivela anche che “il non profit costituisce la principale realtà produttiva del Paese nei settori dell’Assistenza sociale e delle Attività culturali, sportive, di intrattenimento e divertimento”. Il peso della componente non profit risulta rilevante anche in termini di occupazione con 418 addetti non profit ogni 100 addetti nelle imprese che si occupano di Assistenza Sociale.
Nonostante questi dati positivi, però, ce ne sono altri meno confortanti: il volume di raccolta fondi, infatti, non è riuscito a crescere. Una risposta a questo problema risiede, sicuramente, nella professionalizzazione del settore. Il fundraising è divenuto una risorsa sempre più importante dal punto di vista sociale ed economico, articolata e complessa, che non può più basarsi sull’improvvisazione ma richiede la costruzione di figure professionali ad hoc, specializzate e competenti.
In Italia, ad occuparsi della formazione dei fundraiser ci pensa ad esempio la "The Fund Raising School”, scuola promossa dall’area alta formazione di AICCON (Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Non Profit), con sede presso l'Università di Bologna, che rappresenta uno strumento e una risorsa essenziale per chi voglia intraprendere questa carriera.
“Fare formazione sul fundraising, in questa fase storica, significa associare ad una rigorosa conoscenza dei principi e degli strumenti della raccolta fondi, una nuova narrazione, quella orientata a recuperare e proporre nuove evidenze, nuovi metodi e nuove strategie. Il futuro richiede competenze capaci di legare le strategie di fundraising alle strategie imprenditoriali e di innovazione sociale. I nuovi business model dovranno includere anche strategie di fundraising”, ha dichiarato il Direttore di AICCON, Paolo Venturi.
Il Direttore Scientifico della The Fund Raising School, il Prof. Pier Luigi Sacco, ha aggiunto: “Man mano che la scelta di donare si fa sempre più diffusa, cresce la responsabilità dei professionisti del fund raising rispetto all’affermazione di una dimensione consapevole e organizzata del dono, per renderlo un aspetto importante e ‘presente’ nella vita quotidiana di un numero sempre maggiore di persone. Occorre creare le condizioni che portino le persone a interrogarsi, a sentirsi responsabili, a voler condividere un obiettivo comune e a scoprire che donare è una esperienza per riflettere sulle proprie scelte e sulla propria idea di benessere”.
Ma da dove si può iniziare per diventare un buon fundraiser? The Fund Raising School propone ad esempio corsi base in “Principi e tecniche di fundraising”, “Il piano strategico di Web Marketing per il fundraising”, “Fundraising Management”, ma anche corsi specialistici che rispecchiano l’evolversi del settore e le sue nuove aree di intervento: crowdfunding, sanità, cultura, eventi. Tra questi, ad esempio, spiccano il corso in “Content marketing e social media per non profit”, che tiene conto dell’importanza strategica di web e social media nella creazione di campagne sociali; e il corso “Strategie di fundraising per le organizzazioni che operano nel settore culturale”, centrato sull’importanza delle donazioni e della responsabilità sociale per promuovere arte e cultura. Tra i corsi introdotti quest’anno c’è anche “Il fundraising per il mondo della scuola”, dedicato alla raccolta fondi da parte di scuole pubbliche e private.
I corsi sono rivolti ai giovani, a chi vuole intraprendere questa carriera, ma anche a lavoratori con esperienza pregressa e a professionisti che vogliono continuare la loro formazione, specializzarsi e aggiornarsi. Non a caso la durata dei corsi va dai 2 ai 3 giorni, proprio per permettere anche a chi lavora di poter partecipare.
Un’opportunità quindi non solo per tracciare il percorso verso una nuova (richiestissima) professione, ma anche per specializzarsi sempre di più nel variegato ambito del fundrasing, che oggi con il web si arricchisce di strumenti indispensabili da conoscere e da saper interpretare al meglio.
In bocca al lupo!
Silvana Calcagno
PUBBLICATO SU TAFTER IL 27/02/2014