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Quando Shakespeare parla in siciliano

È possibile restituire la musicalità della lingua e la forza del messaggio del grande Shakespeare, proponendo uno dei suoi classici più celebri in dialetto siciliano? Ne abbiamo parlato con Giovanni Calcagno, attore protagonista di un’inedita riscrittura del Riccardo III.

 

iniziato diversi anni fa e che ha fruttato la composizione e la messa in scena di due 'pezzi' del Riccardo III, dal titolo “Straggi” e “Luttu”, che sono stati rappresentati per la prima volta insieme proprio il 26 giugno”, ci spiega Giovanni Calcagno, attore protagonista di uno dei due episodi, “Straggi”.

Giovanni è un artista, produttore, regista siciliano che ha lavorato per il cinema, il piccolo schermo e il teatro, con registi del calibro di Marco Bellocchio e Vincenzo Pirrotta. La sua recitazione e il suo modo di lavorare sono originalissimi e internazionali, ma il suo spirito è inevitabilmente siciliano: essere isola, punto di approdo e porto da cui partire, tradizione e sperimentazione.

 

Ma come si fa a pensare di trasformare il linguaggio di Shakespeare, quell’inglese classico e a volte sincopato, musicale e nordico, in uno dei dialetti più caldi e mediterranei, il siciliano? “Quest'anno mi è capitato di affrontare Shakespeare per ben tre volte! – spiega Giovanni – Un vero privilegio. Sia con l'Otello di Luigi Lo Cascio che con il Riccardo III di Giuseppe Massa, la lingua parlata degli attori è stata il siciliano. Credo che in entrambi i casi, gli autori, riadattatori dei testi, abbiano intravisto una possibilità di restituire, con questo strumento linguistico, suoni, significati, sfumature e ritmi che certamente rischiano di perdersi quando si lascia l'inglese in versi utilizzato da Shakespeare”. Trasformata e colorata con i suoni e le cadenze del dialetto, paradossalmente, la musicalità di Shakespeare riprende vita in modo straordinario.

 

Ma il lavoro di Giuseppe Massa non è stato solo linguistico. Come continua a spiegare Giovanni “l'adattamento dell’autore ha fatto di questo Riccardo III un’avventura per un solo attore ed una sola attrice. L'originale di Shakespeare è un affresco, a volte molto complicato, di una società e di un sistema di potere, una vera e propria saga diluita dentro una miriade di personaggi ed un arco temporale molto vasto. La riscrittura di Massa approfondisce due aspetti di questa grande vicenda: nell'episodio che interpreto io, “Straggi”, emerge la necessità del potere di fare piazza pulita per farsi strada; nell'episodio interpretato da Simona Malato, bravissima attrice trapanese, che è stato messo in scena già un paio di anni fa, quello che più si evince è forse la capacità di un certo sistema di potere di elaborare appunto lutti e perdite per mantenere in vita se stesso.

 

Rimane da riflettere sul messaggio che il bardo immortale è ancora in grado di trasmetterci. “La grande metafora di Riccardo III – conclude Giovanni – non mi sembra per niente lontana dai nostri tempi, se riusciamo a staccarci dagli anacronismi inevitabili e cerchiamo di vedere nei personaggi anche e soprattutto delle tendenze dello spirito umano. Perché innegabilmente di questo ci parla Shakespeare, dell'uomo”.

 

Silvana Calcagno

 

PUBBLICATO SU TAFTER IL 21/07/2014

Teatro contemporaneo, riletture di grandi classici, interpreti straordinari, musica, danza, cinema. È in corso, dal 30 maggio al 26 luglio, il festival “Orestiadi nel segno del contemporaneo”, a Gibellina, in provincia di Trapani, promosso dalla Fondazione Orestiadi presieduta da Rosario Fontana, con la direzione artistica di Claudio Collovà.

 

Nell’ambito di questo evento di altissima qualità e che sta avendo un importante successo di pubblico, il 25 giugno è stato presentato un interessante lavoro dell’autore e regista Giuseppe Massa, un inedito riadattamento del celebre Riccardo III di Shakespeare, in siciliano. “Si tratta di un grande studio di riscrittura che Massa ha  

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