Il sale della terra di Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado. Un docufilm assolutamente da vedere, meglio se al cinema. Fotografo è colui che scrive con la luce. Inizia così questo emozionante lungometraggio che racconta l’esperienza di vita e di carriera di Sebastião Salgado. È un’opera fatta di immagini, riprese mozzafiato, fotografie toccanti e soprattutto parole, messaggi profondi.
Salgado ha esplorato le zone più remote del pianeta, ha testimoniato i più truci ma anche spesso taciuti episodi della storia umana, dalla siccità del Mali alla guerra in Ruanda, dall’esplosioni di petrolio a causa della guerra del golfo alle dolorose migrazioni di popoli senza speranza.
I suoi sono volti di bambini e di donne giovani dagli sguardi vecchi e stanchi, di uomini scavati dalla fame, di strade chilometriche di morti. Dopo queste esperienze il cuore di Salgado era così disperato da spingerlo quasi a voler lasciare la carriera di fotografo.
Poi, magicamente, la cura: piantare alberi lì dove un tempo cresceva una foresta, rivolgersi alla natura, fotografare la “genesi” della nostra terra, di cui gli uomini sono il sale. Per scoprire, dietro la forza distruttrice, anche la spinta creatrice dell’essere umano, la purezza del creato.